martedì 20 luglio 2010

Area uomini


Ieri sono stato a fare shopping con la mia ragazza. Ovviamente, come la maggior parte degli uomini, non mi piace fare shopping. Siamo stati in diversi grandi magazzini. Dopo aver guardato il reparto uomini con scarso interesse mi trovavo puntualmente a vagare per il negozio perso nei miei pensieri rischiando di scontrarmi con altri uomini altrettanto assorti e annoiati. Ecco allora la mia riflessione: ma perché questi magazzini non prevedono un'area per uomini dove mettere delle comode poltrone e magari un paio di computer con internet gratis, una macchina del caffè a gettoni e giornali? Sono sicuro che in questo modo le donne avrebbero molto più tempo per rimanere dentro al negozio e spendere soldi in quanto il partner sarebbe sicuramente meno annoiato e insofferente. Il passaparola inoltre sarebbe assicurato!
Ciao
Filippo

martedì 4 maggio 2010

Annuncio "Insegnante di inglese cercasi" e il principio del valore aggiunto


Ciao a tutti,
vorrei condividere con voi questo semplice ma significativo episodio. Quando lo scorso settembre la mia ragazza si è trasferita a Roma abbiamo cominciato a cercarle un lavoro come insegnante di inglese. Non è madrelingua e quando abbiamo visto il numero infinito di annunci sui vari giornali/portali/bacheche ci siamo un po' avviliti. Abbiamo cominciato a leggere un bel po' di articoli e alla fine ci siamo resi conto che tutti offrivano la stessa identica cosa, lezioni di inglese. Bella scoperta starete pensando! Quello che intendo è che offrivano tutti solamente lezioni di inglese. Vi spiego meglio. Per scrivere il nostro annuncio siamo partiti dal presupposto che tutti quelli che si offrono come insegnanti di inglese hanno una buona preparazione, referenze, ecc. L'abbiamo quindi scritto anche noi perchè necessario. Poi pero' ci siamo chiesti: cosa puoi offrire tu Denisa oltre all'inglese? Bè ad esempio so disegnare bene e sono sempre allegra. Perfetto! Abbiamo scelto il sorriso perchè era piu' immediato e scritto come titolo dell'annuncio "English teacher with the smile". Alla fine una famiglia benestante ha chiamato, ha incontrato Denisa, ha visto che aveva sia referenze che sorriso (importante: bisogna essere sempre coerenti con quello che si scrive) e da settembre lavora per loro insegnando ai 2 figli.
Quando Denisa gli ha chiesto perchè avevano scelto lei tra mille annunci dei quali molti postati da madrelingua hanno risposto che gli piaceva avere un insegnante per il loro figli con il sorriso!
Filippo Mari

sabato 13 marzo 2010

White Collars (testa di giraffa)



Ieri ho incontrato un amico di vecchia data. Era malinconico ma non triste. Gli ho chiesto che cosa aveva fatto e mi ha risposto:
"Sai Filippo, ho appena dato le dimissioni dalla multinazionale per la quale lavoro. Sono molto sereno però non nascondo una punta di tristezza. Sai quando ho cominciato ero molto fiducioso. Ho pensato che lavorare in una grande azienda americana sarebbe stato diverso: apertura mentale, innovazione, vera meritocrazia. Poi invece piano piano è arrivata la delusione".
Ci siamo seduti ad un bar gustandoci il sole primaverile di Roma ed un tè verde. Abbiamo parlato per diverso tempo di quanto in queste grandi macchine da soldi sia più importante "essere" di "fare", poi, prima di salutarci, mi ha raccontato un aneddoto che voglio riportare:
Il mese scorso, mi ha detto, avevamo dei problemi nel reperire del materiale per un progetto. Era venerdi e dovevamo chiuderlo entro lunedi sera. Eravamo spacciati. Il materiale l'ho quindi prodotto io nel weekend. Apprezzamenti da tutti i colleghi fin tanto che non hanno scoperto che il materiale era stato fatto da me. Infatti è da quel momento che sono nati i problemi. Alla fine l'azienda mi ha detto che non volevano il mio contributo in regalo neanche se avessi firmato un qualche foglio. L'unico modo per utilizzarlo sarebbe stato pagarmi una cifra simbolica ma non l'avrebbero fatto per non creare precedenti.
Precedenti ho chiesto?
Si esatto! Mi hanno spiegato che se l'avessero fatto tutti i dipendenti avrebbero cercato di fare cose extra
.
Ho pensato che sarebbe già un ottimo risultato per un'azienda se tutti i dipendenti facessero il lavoro per cui sono pagati e che quindi non vedevo il problema ma vedendolo abbattuto gli ho chiesto se forse dedicando tempo a cose extra non avesse trascurato il vero lavoro.
No Filippo, ho appena discusso la mia valutazione dell'anno 2009 con il mio capo, tutto fantastico, prospettive di carriera, lavoro eccellente. Inoltre il lavoro l'ho fatto nel weekend.
E quindi come è finito il progetto? E' saltato?
No, alla fine abbiamo usato del materiale riciclato, tra l'altro pagato fior di quattrini ad un' agenzia, per un risultato accettabile ma non eccellente.

Ho un solo commento:
Se io avessi un azienda farei salti di gioia per dover pagare cifre simboliche a dipendenti che oltre a fare il loro lavoro bene mi portano lavoro aggiunto di qualità, idee, soluzioni. Le prospettive di carriera e lo stipendio non sempre sono il motore che spinge le persone, non quelle davvero in gamba almeno... ma purtroppo non ho un'azienda...non ancora...

Filippo Mari

lunedì 21 dicembre 2009

Il biglietto d'auguri piu' bello





Lavorando in una grande azienda per Natale, come ogni anno, ricevo gli auguri dei fornitori accompagnati da un piccolo presente.

E' sempre un bel momento per me perchè mi diverto nel cercare di capire chi è veramente felice di inviarmelo o chi lo fa solo per "dovere".

Ho ricevuto dell'ottima cioccolata Domori in una confezione fantastica, ho ricevuto bottiglie di vini/spumanti pregiati ma il mio presente preferito è stato un biglietto degli auguri di carta!

Si avete capito bene, un semplice biglietto degli auguri di carta! In realtà non è poi cosi' semplice. Infatti il fornitore ha creato un'immagine di una libreria e ha messo sugli scaffali i diversi prodotti che noi produciamo rendendoli "apribili" come un calendario dell'avvento. Un idea molto spiritosa ma sopratutto fatta ad hoc per la nostra azienda. Ciliegina sulla torta il biglietto era firmato a mano da tutto il team invece di essere una fredda stampa.

Vi lascio riflettere su quanto ho scritto e concludo con il messaggio che sempre di piu' dobbiamo avere un rapporto "personalizzato" con i nostri clienti/fornitori/consumatori etc.. perchè anche se richiede piu' impegno alla fine è quello ci fa ricordare nel momento della scelta.

Filippo

sabato 14 novembre 2009

Una media?....si una pinta!


Questa sera sono uscito a fare 2 passi con la mia ragazza nella zona di roma dove da poco ci siamo trasferiti. Passeggiavamo per via Nemorense quando abbiamo visto un pub irlandese con la classica insegna della Guinness. Mi piace molto quindi siamo entrati. Il pub non è male, ha il nome di una città Irlandese, è tipico al punto giusto con il classico bancone di legno scuro e gli sgabelli, varie birre stout tutte rigorosamente Irlandesi, atmosfera scura, ninnoli nordici e la classica vetrata lavorata con piombo. Prima di scrivere ho anche controllato su internet, ha anche un sito ben fatto dove si intende che i proprietari di questo pub, di irlanda, ne sanno parecchio. Poi ho ordinato:"Una guinness per cortesia....Una media?....Si una PINTA". Il ragazzo ha cominciato a spillare ed ecco che in men che non si dica mi sono trovato seduto al bancone con un bel boccale di birra fresca. Peccato pero' che ho pagato quasi 5 euro piu' per il rituale che per la birra. Infatti, come molti probabilmente sanno, per spillare una Guinness ci vogliono 3 minuti. Tu stai li ad aspettare immaginandola scendere per la gola, fresca e amara come solo lei è, ma devi aspettare, perchè se non è servita nel modo giusto non è Guinness. Immediatamente, con la mia birra in mano, insoddisfatto, ho cominciato a guardarmi intorno e a notare tutte le cose che non andavano nel locale. Sono partito dal mega schermo che sparava musica dance ad un volume altissimo per arrivare alla non professionalità della cameriera. Sicuramente in quel pub non ci tornerò più. Sono sicuro che non sentiranno la mia mancanza perchè di gente ce n'era, però riflettevo su come perdono la possibilità di essere unici semplicemente soddisfacendo le aspettative di chi entra nel pub attirato "dall'insegna" e "dall'arredamento". Non basta chiamarsi Limerick per far sentire i clienti in Irlanda!

P.S: Grazie Malbo, chiunque tu sia!

domenica 15 marzo 2009

Periodo di Pausa

Ciao a tutti cari lettori,
per motivi di lavoro non sono riuscito a scrivere per diverso tempo. Ora sono tranquillo quindi presto potrete leggere nuovi Post (ho tanto materiale!).
Un abbraccio a tutti
Filippo

martedì 6 gennaio 2009

Ritorno al baratto...


Oggi sono andato in un Pam Express a Roma. Dopo aver preso due tre cosette vado alla cassa. Il signore anziano prima di me paga e la cassiera chiede lui se ha della moneta. Il signore mette le mani in tasca al rallentatore in cerca di qualche monetina che non siano lire! Finalmente le trova ma non fanno al caso della cassiera che sbuffa dicendo che non ha 2 centesimi di resto da dargli e al posto di questi gli regala una busta di plastica. Il signore la prende e va via. Tocca a me, stessa cosa. Noto infatti che la cassiera non ha nessun tipo di moneta da 1 e 2 cent. Anche a me deve la fatidica somma di 3 centesimi! Ahia, tenterà la stessa forma di baratto che ha ideato con il signore? La risposta è sì. Rispondo alla cassiera che, primo non ho bisogno di un altra busta, secondo tengo all'ambiente e non vedo il bisogno di sprecare plastica gratuitamente. Lei ribatte che purtroppo non ha moneta e non sa che farci. Essendo il giorno della befana provo pena per la cassiera triste e me ne vado. Ci tengo però a fare la seguente riflessione da clientepotente: è forse colpa del cliente se in cassa non ci sono monete? Perchè se la cassiera non ha 3 centesimi da darmi ci devo rimettere io che non ho colpa e non il supermercato dandomi 5 centesimi? Ogni volta che da consumatore ci viene negato un diritto, per banale o irrisorio che sia, ne siamo irritati. Qualsiasi esercente dovrebbe curare i particolari dalla A alla Z, la concorrenza è numerosissima e parlando con la gente di clientipotenti ce ne sono tanti.